PAESAGGI  NATURALI E COSTIERI

PORTO RECANATI
Storia e cultura

Il territorio sembra essere abitato fin dall'ettà del bronzo, come confermano recenti ritrovamenti sulla sommità della collina di Montarice, risalenti al periodo detto del Bronzo Medio Appenninico, databile fra il secolo XV e XIV a.C. Negli stessi siti sono stati rinvenuti frammenti di ceramiche attiche del VI secolo a.C., che testimonierebbero i precoci scambi commerciali dell'area; reperti della stessa datazione sono stati rinvenuti anche nella bassa valle del Potenza e negli strati più bassi di Potentia, sito che pertanto, prima della colonizzazione romana, potrebbe essere stato già abitato da popolazioni indigene migrate dell'abitato collinare protostorico.

CASTELLO SVEVO
L'imponente struttura deve il suo nome a Federico II di Svevia che nel 1229 donò le terre in cui sorgerà Porto Recanati. Gli storici sembrano concordi nell'indicare il XIII secolo quale epoca della sua fondazione o quantomeno della costruzione del mastio. Un documento datato 1285 attesta che, a quel tempo, la popolazione s'era già insediata all'interno dell'originaria cinta fortificata. Nella carta, il castello è menzionato col nome di "Castrum Maris", termine con cui si voleva indicare un nucleo abitato costiero munito di opere difensive: indispensabili in quei secoli, per proteggersi dalle incursioni delle guarnigioni nemiche, così come dalla frequenti scorribande dei temutissimi pirati turchi e barbareschi. Nel 1369 furono erette delle nuove mura, a protezione di quello che nel frattempo era divenuto un popoloso villaggio di pescatori e contadini. La comunità, che occupava delle modeste abitazioni addossate le une alle altre, disponeva anche di una piccola chiesa intitolata a San Giovanni Battista. Nel 1404 il castello vide accrescere le proprie difese, a seguito dello scavo di un fossato nel quale furono convogliate le acque del Potenza. Il lato rivolto verso il mare è formato da una cortina muraria raccordata ad una possente torre di comando quadrangolare, più antica rispetto al resto della costruzione. Con i suoi 25 metri d'altezza, il mastio deteneva il controllo dell'intero complesso: nulla è rimasto del coronamento merlato; si sono comunque conservati l'apparato sommitale su sporto di beccatelli e, a ridosso della base, la scarpatura angolata risalente al 1677. Alla sinistra dell'alta torre è collocato lo stemma della città-madre Recanati, in cui figura un leone rampante munito di spada. Nel periodo tre/quattrocentesco, venne eretto un torrione angolare di forma cilindrica a difesa del fronte sud-occidentale. Col tempo il manufatto ha perduto la gran parte dei suoi attributi difensivi, tra i quali l'apparato sommitale; vanta comunque la base leggermente scarpata ed un'ampia apertura rivolta verso l'interno, utilizzata per scaricare le artiglierie su chi eventualmente fosse riuscito a violare le mura. Il complesso è stato interamente realizzato in laterizio. Le cortine murarie orientale ed occidentale misurano 72 metri circa, quelle che formano i lati nord e sud oltre 40. Lungo l'intero circuito si sviluppa il cammino di ronda, difeso da parapetto e munito di feritoie equidistanti.L'area interna del castello (3000 mq circa) ospita l'Arena "Beniamino Gigli", nella quale si tengono prestigiosi eventi culturali legati al teatro, alla musica e al cinema. Negli ambienti che s'affacciano sul lato orientale, hanno sede la Biblioteca Comunale, la Pinacoteca "Attilio Moroni" ed una mostra archeologica permanente.

IL MUSEO DEL MARE
Il Museo è nato con la finalità di non dimenticare una cultura legata al mare che si è trasmessa oralmente per generazioni e di trasmettere la conoscenza delle tecniche di pesca. La mostra propone una suggestiva panoramica sulla strumenti tradizionali da pesca utilizzati tradizionalmente sulle piccole imbarcazioni locali, come memorie storica della comunità marinara. E’ un patrimonio di informazioni da non perdere, è la storia di una comunità che sul mare ha fondato la sua esistenza. Il museo ha visto la sua inaugurazione nel corso del 2012 e conserva tra i suoi reperti anche vecchie imbarcazioni a testimonianza del duro lavoro in mare, oltre che modelli delle tecniche di pesca praticate dalla riva, tra le quali quella caratteristica della sciabica.

VILLINO TERNI
Costruita secondo i moduli dello stile liberty del XIX secolo, la villa prende il nome dal proprietario Gaetano Terni, un ebreo anconetano che la fece costruire sulle rovine di una precedente villa dall'architetto Piacentini padre, con la vicina scuderia progettata dall'architetto Gaetano Koch. Nel 1953 le suore dell'ordine "Figlie della Divina Provvidenza" prelevano la dimora appartenuta in ultima istanza al Conte Adriano Tomassini (discendente della famiglia Barbarossa) ed iniziano i lavori di restauro del nuovo "Collegio Virgo Lauretana". Tuttora gestita dalle suore, questa artistica villa, con salone a pianterreno affrescato dal Biagetti e scalone decorato, si avvale di un notevole panorama su Porto Recanati; si trova infatti in zona Montarice, su di un pendio con parco verde.

IL MUSEO DEL MARE
Il Museo è nato con la finalità di non dimenticare una cultura legata al mare che si è trasmessa oralmente per generazioni e di trasmettere la conoscenza delle tecniche di pesca. La mostra propone una suggestiva panoramica sulla strumenti tradizionali da pesca utilizzati tradizionalmente sulle piccole imbarcazioni locali, come memorie storica della comunità marinara.
E’ un patrimonio di informazioni da non perdere, è la storia di una comunità che sul mare ha fondato la sua esistenza. Il museo ha visto la sua inaugurazione nel corso del 2012 e conserva tra i suoi reperti anche vecchie imbarcazioni a testimonianza del duro lavoro in mare, oltre che modelli delle tecniche di pesca praticate dalla riva, tra le quali quella caratteristica della sciabica.

Abbazia di Santa Maria in Potenza
A sud dell'abitato, non lontano dall'area aercheologica dell'antica Potentia, sorge un articolato complesso con un antico parco alberato. La struttura, ampiamente rimaneggiata nel corso dei secoli, ha ospitato per lungo tempo un monastero-ospedale retto dall'Ordine dei Crociferi. Fondata verosimilimente tra il 1160 e il 1180, l'abbazia divenne il principale insediamento dell'ordine nella Marca e in breve tempo fu dotata di larghi possedimenti. La documentazione attesta che, nel periodo a cavallo tra il XII e il XIII secolo, papi ed imperatori vollero occuparsi direttamente dello stato di benessere dell'hospitalis pontis Potentie; nel 1184 i monaci ricevettero addirittura la visita di papa Lucio III che fu loro ospite durante un viaggio da Roma ad Ancona. Dopo la metà del Duecento, il territorio in cui sorgeva il monastero fu sottoposto alla giurisdizione diretta del Comune di Recanati. Fu così che i potenti del tempo persero l'interesse per le vicende del centro religioso che finirà col dover rinunciare alla sua funzione politico-amministrativa, pur conservando il ruolo di importante ente assistenziale. Nel 1656 l'ordine dei Crociferi fu sciolto da papa Alessandro VII. I beni dell'abbazia finirono nelle mani di vari prelati fino all'arrivo dei monaci Cistercensi, verificatosi nella seconda metà del Settecento: essi risultano insediati nel complesso a partire dal 1794, ma con ogni probabilità lo erano già dal 1783, o forse anche da prima.
Nel 1808 Napoleone confiscò beni e strutture assegnandoli al regio demanio e nel 1812 li concesse al viceré d'Italia Eugenio di Beauharnais che ne sarà proprietario fino alla morte (1824). Nella seconda metà dell'Ottocento, l'ex abbazia e le terre che da essa dipendevano passarono in mano ad un gruppo di esponenti della ricca nobiltà romana. Chi giunge dalla strada statale, nota subito l'abside semicircolare di quello che fu l'edificio chiesastico, ornata alla sommità da una loggetta realizzata nel più puro stile romanico. Il tempio doveva avere tre navate: quella di destra è oramai scomparsa e la parete innalzata per chiudere il fabbricato presenta tre ordini di aperture ad arco a tutto sesto. La navata sinistra, di cui è ancora leggibile il perimetro originario, è stata invece ridotto ad uso abitativo; con ogni probabilità il monastero era stato costruito su questo lato. Il fronte dell'edificio è preceduto da un avancorpo, lungo nove metri ed alto otto, caratterizzato da un portico con archi a tutto sesto. Dell'interno ci rimane ben poco. Al di sotto della zona presbiteriale, in quella che un tempo fu la cripta, oggi è ubicata una suggestiva cappella, ottenuta risistemando gli spazi destinati in origine alla sepoltura dei monaci. L'ambiente venne ripristinato e restituito al culto nel 1946, a seguito di un restauro piuttosto complesso. La cappella presenta linee alquanto sobrie ed è dominata dal senso di severità che generalmente caratterizza le strutture monastiche del XII secolo. La copertura è formata da volte a crociera, sostenute da archi a tutto sesto poggianti su colonne in laterizio; si segnalano le caratteristiche cornici decorative che si dispongono lungo le pareti.
Per quanto riguarda l'apparato ornamentale, si evidenziano due opere del Prof. Cesare Peruzzi: il trittico custodito sull'altare (Madonna col Bambino affiancata da San Bernardo a destra e da Sant'Antonio Abate a sinistra) ed il grande crocifisso dipinto collocato tra i due archi che separano la zona cultuale da quella riservata ai fedeli.

LUNGOMARE E TRADIZIONI
Il litorale del comune è delimitato a nord dalla foce del Musone, si estende per circa due km verso sud oltre la foce del fiume Potenza. La costa di Porto Recanati ha una particolare conformazione: la fascia centrale è costituita da spiagge tendenzialmente sassose e da mare scosceso con alti fondali anche a pochi metri dalla spiaggia, a differenza della limitrofa Porto Potenza Picena e di Civitanova Marche. Il fenomeno dell'erosione delle coste è ben presente, soprattutto durante le mareggiate dei mesi invernali, e persiste nonostante i numerosi tentativi di protezione della costa con scogliere, pennelli o ripascimenti. La zona è completamente pianeggiante, ed è situata in prossimità del monte Conero. La seconda domenica di luglio si svolge la Festa del Mare; i pescherecci della marineria portorecanatese sfilano in processione solenne, accompagnati da numerose altre imbarcazioni. Guida il corteo l'imbarcazione che viene designata ad ospitare il quadro della Madonna del soccorso, raffigurante Maria con il Bambino in braccio. Questa tela, secondo la tradizione, venne ritrovata in una cassa all'interno della rete di un peschereccio miracolosamente salvatosi da un naufragio, ed è pertanto particolarmente cara ai pescatori. La città conserva la sua tradizionale attività che risale ai tempi della fondazione: la pesca. La barca tipica da pesca a Porto Recanati è sempre stata la "Lancetta", non essendo utilizzabili imbarcazioni più grandi per l'assenza di un porto attrezzato. Questo piccolo centro ha come fonte di ricchezza principale il turismo, e la bellezza del mare, che ormai da diversi anni le vede conferire la prestigiosa "Bandiera Blu d'Europa", attira ogni anno molti turisti. Data la posizione favorevole sulla costa, al riparo dai venti freddi grazie al promontorio del Monte Conero e grazie alla bellezza del suo litorale, lungo ben nove chilometri, Porto Recanati viene chiamata il Salotto sul Mare della Riviera.

PIATTI TIPICI
La gastronomia é particolarmente legata alle tradizioni storiche di Porto Recanati ed è testimonianza di genuinità e di semplicità. Il piatto tipico e più rappresentativo della cittadina è il Brodetto. Nel periodo autunnale viene preparato il caratteristico Pa' nuciatu (Pane Nociato): speziato e prodotto con pecorino, parmigiano, pepe, noci e uvetta passita. Altri dolci caratteristici sono le beccute, una volta il dolce dei poveri, preparati con gli avanzi della polenta, reimpastati con un po' d'acqua, dei fichi secchi e quando c'erano, noci o mandorle: attualmente la preparazione è più ricca, spesso a base di farina bianca; le fave dei morti, amaretti preparati durante i primi giorni di novembre e i sughitti, tipici di tutto il maceratese, fatti con farina di granoturco bollita nel mosto con aggiunta di noci tritate e semi di zucca. Paese di tradizione marinara, Porto Recanati ha trasferito sulla tavola i prodotti offerti dal mare trasformandoli in piatti prelibati, come il famoso "Brodetto". Porto Recanati è, infatti, custode di una delle quattro ricette classiche del brodetto marchigiano, insieme a Fano, Ancona e San Benedetto del Tronto, una zuppa di pesce resa unica e particolare nella ricetta portorecanatese dall'aggiunta di zafferanella (zafferano selvatico estratto da una pianta locale). Nato come piatto povero, in quanto cibo abituale delle giornate di navigazione e di pesca, il Brodetto è stato successivamente arricchito con l'aggiunta di pesce a carne bianca, molluschi e crostacei. È ottimo accompagnato dai vini tipici della nostra zona, noti e apprezzati in tutta Europa, come il Rosso Conero e il Verdicchio. Ogni anno, nel mese di giugno, viene organizzata la "Settimana del Brodetto", periodo in cui è possibile degustare, in alcuni ristoranti convenzionati, questa famosa zuppa ad un prezzo promozionale.

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IDEAZIONE

Progetto realizzato dalla Rete di imprese E-ITALY a valere sul bando della Regione Marche “Bando per la promozione degli interventi a favore dei sistemi produttivi
locali, dei distretti industriali e produttivi  per il rafforzamento del sistema organizzativo e per favorire l’integrazione delle filiere produttive, delle reti di imprese e dei 
processi di aggregazione di imprese".
Attuazione della DGR Regione Marche n. 1495/2010, Art. 2 del DM  Ministero dello Sviluppo Economico del 07.05.2010 e Decreto del Dirigente del Servizio Industria
Artigianato e Energia Regione Marche N. 50/S11 del 19/11/2010.

Imprese partecipanti al contratto di rete E-ITALY:
1. IN ITALIA SOCIETA’ COOPERATIVA
2. EMMECI SOFTWARE SNC
3. PROGRESSIO ITALIA SRL
4. FI.DE.A.S. SRL
5. OPHISERVICE SOCIETA’ COOPERATIVA