PROVINCIA DI ANCONA
SENIGALLIA
Storia e cultura
Il nome ricorda l'antica origine della città Sena Gallica, che la tradizione vuole fondata da un mitico "Brenno", condottiero dei Galli Senoni nel IV secolo a.C. Prima
colonia romana sull'Adriatico (289 a. C.), Senigallia conosce momenti di grande fortuna e di profonda decadenza. Nel Medioevo arrivò da Marsiglia una famosa
reliquia di Maria Maddalena, che forse diede il nome alla fiera di Senigallia, detta della Maddalena. La fiera, che raggiunse la massima importanza tra ‘600 e ‘700, si
svolgeva tra luglio e agosto. Essa divenne il motore economico della città, grazie anche alla franchigia del porto: mercanti levantini, italiani e del centro Europa
commerciavano in grani, spezie, legnami, manufatti e nelle settimane della fiera si allestivano giochi e divertimenti. A riprova della sua fama, Carlo Goldoni intitolò nel
1760 una commedia per musica dal titolo La fiera di Senigallia. La sua rinascita certa è databile alla metà del XV secolo, quando Sigismondo Pandolfo Malatesta la
fortifica e ripopola il suo territorio. Dopo la sua sconfitta ad opera di Federico da Montefeltro, la città viene data in vicariato ad Antonio Piccolomini dal papa Pio II e, in
seguito ad alterne vicende, concessa da Sisto IV a suo nipote, Giovanni Della Rovere, destinato a sposare Giovanna, figlia di Federico da Montefeltro. Egli regala alla
città la Rocca e il Palazzo Ducale. Nel 1700 si costruiscono i Portici Ercolani, il Foro Annonario e il teatro La Fenice. Nei primi decenni del '900 si afferma l'immagine
di Senigallia come sede privilegiata del nascente turismo balneare. Un monumento celebrò in modo splendido questa vocazione della città, la Rotonda a Mare
inaugurata nel 1933.
ROCCA ROVERESCA
La Rocca è il risultato della sovrapposizione di strutture difensive succedutesi nei secoli, fin dalle origini della città, in un sito di determinante importanza strategica.
All'interno si individuano i tufi della fondazione Romana, in grande evidenza nella parete del cortile a sinistra di chi entra; di fronte all'ingresso invece i resti di una
millenaria torre quadrangolare in blocchi calcarei inglobata poi nel 1350 nella Rocchetta di Egidio di Albornoz, a ridosso della quale sorse poi nel 1450 la Rocca di
Sigismondo Pandolfo Malatesta, ed infine l'intervento conclusivo del 1480 affidato da Giovanni della Rovere agli architetti Luciano Laurana, che vi lavorò fino al 1479,
anno della sua morte, realizzando la parte residenziale e il ponte levatoio e Baccio Pontelli che aggiunse la struttura difensiva, un quadrilatero con quattro massicci
torrioni circolari, creando così una rocca unica nel suo genere, con due edifici uno dentro l’altro: fortezza all’esterno e dimora signorile all’interno. Nella sua millenaria
storia, la Rocca arresasi nel 1503 a Cesare Borgia che a Senigallia compì la celebre strage descritta da Nicolò Machiavelli, non fu solo una fortezza bensì anche
dimora signorile, sede di una scuola di artiglieria fondata da Guidubaldo della Rovere nel 1533 quindi, estintasi la dinastia ducale, dopo il ritorno della città sotto il
dominio della Chiesa nel 1631, fu carcere pontificio ed orfanotrofio.
PALAZZO DEL DUCA E FONTANA DELLE ANATRE
Fronteggiante la Rocca, il Palazzo Ducale ricorda nel nome Giudubaldo II della Rovere che a metà del 500, su progetto di Gerolamo Genga lo eresse come dimora di
rappresentanza per la corte e per i suoi ospiti illustri. Uno splendido soffitto a cassettoni attribuito a Taddeo Zuccari, impreziosisce la Sala del Trono.
Successivamente il palazzo fu ampliato da Francesco Maria II della Rovere, figlio di Guidubaldo e ultimo rappresentante della dinastia, che alterò così la simmetria
della facciata. La Piazza, il cui nome si riferisce invece a Giovanni Della Rovere, era adibita a luogo di parate ed esercitazioni militari. Per questo motivo la cosiddetta
Fontana delle Anatre (o dei Leoni) è decentrata rispetto alla planimetria. Essa fu edificata nel 1599 per volontà di Francesco Maria II Della Rovere onde celebrare il
prosciugamento di insalubri paludi che recavano danno alla pubblica salute.
IL FORO ANNONARIO
Armoniosa struttura neoclassica in laterizio, a pianta circolare, è stato progettato nel 1834 dall'architetto senigalliese Pietro Ghinelli. E' caratterizzato da un portico,
che accoglie con le sue ventiquattro colonne in stile dorico, il quotidiano, pittoresco mercato di pesce, frutta e verdura. Al centro della piazza le "triccole" con i
coloratissimi saporosi prodotti dell'orto; all'ombra del porticato, al riparo dai raggi del sole che la raggiungono solo al tramonto, la pescheria. Attualmente i locali del
sottotetto sono stati splendidamente restaurati ed adibiti a sede della Biblioteca e dell'Archivio Comunale.
MUSEO COMUNALE D’ARTE MODERNA E DELL’INFORMAZIONE
Il museo documenta il rapporto fra parola e immagine come binomio informativo, con una particolare attenzione all'utilizzo della fotografia, come espressione artistica
e come supporto informativo. Raccoglie una collezione di artisti contemporanei e anche un’importante raccolta fotografica dell’artista Mario Giacomelli, il fotografo
nato a Senigallia e qui morto nel 2000, poetico osservatore della terra marchigiana, noto pe le immagini dei “pretini” scattate nel seminario di Senigallia.
PORTICI ERCOLANI
Ricordano nel nome il monsignore Giuseppe Ercolani (1677-1759) che li ha progettati alla metà del Settecento per volontà di Papa Benedetto XIV, al secolo Prospero
Lambertini al fine di ospitare annualmente la celeberrima Fiera Franca in continua espansione. Essi costeggiano la riva destra del Misa con una suggestiva sequenza
di centoventisei arcate in pietra d'Istria. Il progetto originario prevedeva il raddoppio della struttura sulla riva sinistra del fiume, a breve distanza del quale si innalza la
settecentesca Porta Lambertina, inserita nel perimetro delle mura erette da Guidubaldo II Della Rovere nel 1546. Il quartiere che essi delimitano oltre il fiume conserva
ancora nei toponimi viari il ricordo dei mercanti levantini che qui avevano i loro magazzini che portavano con sé, oltre le merci, anche il nome dei loro paesi di origine:
Samo, Smirne, Corfù, Cefalonia, Corinto.
ROTONDA A MARE
Questa elengante architettura balneare è il risultato di molteplici traversie, distruzioni, progetti e ricostruzioni, che hanno inizio nella Belle Epoque, allorché venne
innalzata a Senigallia una piattaforma lignea per attività idroterapiche e ricreative, sul mare davanti all’hotel Bagni.
Nell’immediato dopoguerra quella prima attrezzatura balneare, progettata da Vincenzo Ghinelli nella seconda metà dell’800 e nel 1910 poi ampliata e trasformata
nell’albergo Bagni, viene ceduta a imprenditori privati, che subentrano alla gestione pubblica, fino ad allora affidata all’Amministrazione Comunale. La presentazione
agli uffici comunali degli elaborati grafici della nuova piattaforma a mare di Senigallia è registrata il 2 maggio 1923 a nome dell’impresa Manoni.
Il progetto redatto da Minetti ricalca, salvo alcune varianti, la tipologia della preesistente piattaforma su passonate, cristallizzandone le forme in materiali meno
effimeri del legno. La relazione generale che correda il progetto distingue quattro componenti: il pontile di accesso, la piattaforma, i bracci laterali che allogano i
camerini da bagno, e la passeggiata a mare. Quest’ultimo elemento si configura come un’innovazione rispetto alla piattaforma precedente: si tratta di una sorta di
percorso aereo, largo circa quattro metri, che prosegue verso il mare l’asse principale dell’edificio. La Rotonda a Mare è stata riportata al suo antico splendore
attraverso un intervento complessivo di recupero strutturale e di ripristino dell’imbarcadero a mare ed alcuni spazi di servizio a terra. L’inaugurazione della nuova
Rotonda è avvenuta nell’estate 2006. Il progetto di utilizzo della Rotonda si propone ora di fondere all’interno dello stesso spazio le funzioni di intrattenimento e di
promozione turistica dell’intera regione, imponendosi come spazio accessibile a tutti, vetrina di tutte le proposte originali che provengono dalla cultura
contemporanea.