PROVINCIA DI ANCONA

FABRIANO
Storia e cultura

Nel cuore delle Marche, ai piedi dell'Appennino, si apre uno dei territori più estesi d'Italia, ricco di bellezze naturalistiche e di beni storico-artistici: questa è Fabriano. Ultimo lembo della Marca d'Ancona a ridosso dell'Umbria, Fabriano è circondata da verdeggianti paesaggi e da un'incontaminata natura che ne fa un felice esempio di riuscito connubio tra architettura e morfologia del luogo. Fabriano è stato un importante crocevia culturale dalle antiche origini e tradizioni che ancora oggi caratterizzano questo territorio ed espressione di un passato lontano e recente che è possibile cogliere nei valori ambientali, nella visione mutevole del paesaggio, nei caratteri dell'edilizia rurale, nell'aspetto silenzioso delle viuzze estranee al frastuono delle città, nell'estrema cordialità dei rapporti umani. Alcuni affermano che il vocabolo "Fabriano" trae origine da "Faberius", proprietario del fondo su cui si eresse la città stessa. Faberius divenne nel Medioevo "Fabriano", anche perché era molto sviluppata in città l'attività dei fabbri. Anche lo stemma cittadino, infatti, sin dal XIII secolo, ha come emblema un fabbro che batte il ferro su di un'incudine. Secondo altre fonti il vocabolo deriva dalla fusione di due termini latini: Faber (Fabbro) e Ianus (Giano, il fiume che lo attraversa).
La storia di Fabriano si perde nel tempo, infatti le testimonianze archeologiche dimostrano che quest’area è stata una delle prime ad essere abitata sin dalla preistoria. Tuttavia il primo vero nucleo fabrianese fu dovuto al convergere della zona delle popolazioni degli antichi Municipi romani di Tuficum e di Attidium e forse, ma solo marginalmente, di Sentinum, spintevi gradualmente, a più ondate ed in un ampio arco di tempo, dalla necessità di sfuggire alle invasioni barbariche abbattutesi a più riprese nella loro città. Il nucleo originale della città cominciò a delinearsi a partire dall’anno 1000, ma fu nel XIV° secolo che Fabriano ebbe il suo massimo sviluppo economico e sociale, quando grazie alla famiglia dei Chiavelli giunse al rango di Signoria, non è un caso quindi che in questo periodo si sviluppi anche la scuola pittorica fabrianese che ha prodotto artisti come Gentile da Fabriano, Allegretto Nuzio ed Antonio da Fabriano. Successivamente dopo un breve periodo di sottomissione a Francesco Sforza la città passò sotto il dominio dello Stato Pontificio, che ne sancì una lenta decadenza nei secoli seguenti.
Il passaggio dalla chiesa al potere politico rappresentò per Fabriano la connessione con il resto del paese partecipando agli avvenimenti politici e militari che portarono all’unificazione dell’Italia. Nelle due grandi guerre e soprattutto nella resistenza seguita all’8 settembre 1943 la comunità fabrianese ha espresso una rilevante partecipazione ed ha pagato quei tragici periodi con enormi contributi di rovine e di sangue. Fabriano è stato, nel corso del tempo, un luogo che ha visto fiorire, accanto alle attività agricole, le prime botteghe artigianali, come ad esempio le fabbrerie, i cui manufatti venivano esportati fuori città; la lavorazione della lana, della pelle, dei calzolai e della carta. Tutte queste attività portarono alla formazione di corporazioni e di arti. In particolar modo, l’arte della carta fece acquistare a Fabriano fin dal XIII secolo il primato in Italia ed in Europa per la lavorazione della carta filigranata. Oggi la città ha un carattere prevalentemente industriale con imprese in ogni campo, tra cui primeggiano le storiche cartiere Miliani, le industrie di elettrodomestici Merloni, le industrie produttrici di cappe; nonostante ciò la cultura di Fabriano trova espressione nei monumenti che raccontano il grande momento artistico-culturale vissuto dalla città nel passato.

CATTEDRALE DI SAN VENANZIO
In mattone rosso e pietra grigia, preceduto da una scalinata, San Venanzio fu fondata intorno al 1046, poi ampliata nella seconda metà del XIV secolo e ricostruita dall'architetto urbinate Muzio Oddi tra il 1607 e il 1617. A questa fase risale la pregevole decorazione interna con stucchi del ticinese Francesco Selva. Della fabbrica trecentesca la Cattedrale conserva l'abside poligonale, il chiostro e la cappella di San Lorenzo affrescata da Allegretto Nuzi (1360 ca.). Altri affreschi di scuola fabrianese del XIV e XV secolo sono visibili in altri ambienti della chiesa: importanti sono i resti delle Storie della Croce del folignate Giovanni di Corraduccio (1415-1416). La Cattedrale è un importante museo di dipinti manieristi e barocchi. Tra le opere più importanti ricordiamo le tele di Gregorio Preti, Salvator Rosa, Giovan Francesco Guerrieri, Giuseppe Puglia e altri. Il celebre pittore caravaggesco Orazio Gentileschi è l'autore delle preziose Storie della Passione e della mirabile Crocifissione su tela (1620 ca).

PALAZZO DEL PODESTÀ
Sorge nella centrale Piazza del Comune, è un edificio pubblico tipicamente medievale con una sua peculiarità nella tipologia a ponte, in ricordo della colmata dell'antico fiume cittadino che scorreva sotto di esso, e dell'unificazione dei quattro quartieri cittadini. Eretto nel 1255, interamente in pietra bianca di Vallemontagnana, modificato più volte, è costituito di tre corpi di fabbrica, dei quali quello centrale presenta il caratteristico voltone ogivale di sottopasso della strada e le eleganti trifore. Al di sotto dell'arcone restano interessanti affreschi (XIII-XIV secolo) che rappresentano scene di guerrieri in battaglia e un'enigmatica ruota della fortuna mossa da una figura femminile.

PALAZZO DEL COMUNE
Il palazzo è situato in una piazza di forma quasi triangolare, cuore  della città che offre una visione scenografica dei più importanti palazzi cittadini. Il palazzo risale al 1350 circa. Rimaneggiato alla fine del ‘600, è l'antica dimora dei Chiavelli, signori della città fino al 1435 e conserva l'androne voltato a crociera del XIV secolo e, nel cortile, il lapidarium con epigrafi e cippi provenienti dai municipi romani di Attidium (Attiggio), Tuficum (Borgo Tufico) e Sentinum (Sassoferrato).

LOGGIATO DI SAN FRANCESCO
Edificato nella metà del Quattrocento su progetto del celebre architetto rinascimentale Bernardo Rossellino, giunto a Fabriano nel 1450 insieme a papa Niccolò V ed alla sua corte, che si rifugiò a Fabriano per sfuggire alla peste, il loggiato fu pensato per collegare l'imponente chiesa di San Francesco (edificata nel 1292 e demolita nel 1864) alla scenografica piazza del Comune. Fu prolungato alla fine del Seicento, con l'aggiunta di sette arcate alle primitive dodici. Nel 1790 fu collegato al contiguo Palazzo Comunale.

TEATRO GENTILE DA FABRIANO
Si accede al teatro attraverso il cortile del Palazzo Comunale. Costruito nel 1869 venne ricostruito dopo un incendio dall'architetto Petrini, inaugurato nel maggio del 1884 ed intitolato a Gentile da Fabriano. Il teatro presenta una facciata neoclassica e all’interno un'ampia sala a ferro di cavallo è caratterizzata da quattro ordini di palco e loggione balconato. Il sipario dipinto nel 1880 è una pregevole opera del bolognese Luigi Serra che eseguì anche i pannelli del soffitto. Considerato uno dei teatri più belli ed eleganti delle Marche è noto e apprezzato, in Italia e all'estero, per l'acustica eccellente. Scelto per questo motivo da numerosi artisti e orchestre per ospitarvi sedute d'incisione, ogni anno ospita prestigiose stagioni di prosa, musica sinfonica, spettacoli comici.

PINACOTECA CIVICA BRUNO MOLAJOLI
Dedicata all'importante storico dell'arte Bruno Molajoli (1905-1985), nato a Fabriano, conserva una delle più importanti collezioni d'arte medievale delle Marche. Vanta preziosi dipinti su tavola e affreschi di Allegretto Nuzi, del Maestro di Staffolo, di Antonio da Fabriano, Ottaviano Nelli, Orazio Gentileschi, Andrea Boscoli e altri. Importante e ricca la collezione di sculture lignee trecentesche del Maestro dei Magi di Fabriano e del Maestro dei Beati Becchetti e la serie di arazzi fiamminghi databili tra il XVI e il XVII secolo.

MUSEO DELLA CARTA E DELLA FILIGRANA
Fabriano è famosa nel mondo per la produzione cartiera fin dal XIII secolo. Non si hanno documenti precisi sull'origine della lavorazione della carta, ma è accertato che fu la prima cartiera presente in Europa e del tutto probabile che già dalla fine del XII secolo in città si producesse la carta bambagina, ottenuta con le fibre dei cenci di lino. L'industria ebbe grande sviluppo nei secoli XIV e XV, quando si contavano almeno 40 botteghe. Nella seconda metà del Trecento le industrie locali producevano un milione di fogli l'anno, che prendevano la via di Venezia, Firenze e di altre città, anche d'oltremare, del mondo allora conosciuto. Dopo un periodo di progressivo decadimento dal 1780, grazie a Pietro Miliani, che diede un nuovo impulso a questa attività, Fabriano tornò ad essere la città della carta, specializzandosi nelle carte valori, che ancora oggi sono le più ricercate. Il museo, all'interno di uno dei più bei complessi monumentali della città di Fabriano, l'antico Convento di San Domenico, racconta la storia evolutiva della fabbricazione della carta.  Qui è stata ricostruita fedelmente una cartiera medievale dove mastri cartai illustrano le antiche tecniche di produzione della preziosa carta filigranata a mano. Un viaggio affascinante nel mondo della carta, nella città che ne è stata e resta la sua capitale. All'interno del Museo si può partecipare ad attività didattiche, anche residenziali, relative alla lavorazione di carte a mano filigranate. La visita al Museo della Carta e della Filigrana, della durata di 1 ora circa, include una dimostrazione dal vivo della produzione della carta a mano, la visione di forme e filigrane antiche, e un audiovisivo sulla storia della carta a Fabriano.


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IDEAZIONE

Progetto realizzato dalla Rete di imprese E-ITALY a valere sul bando della Regione Marche “Bando per la promozione degli interventi a favore dei sistemi produttivi
locali, dei distretti industriali e produttivi  per il rafforzamento del sistema organizzativo e per favorire l’integrazione delle filiere produttive, delle reti di imprese e dei 
processi di aggregazione di imprese".
Attuazione della DGR Regione Marche n. 1495/2010, Art. 2 del DM  Ministero dello Sviluppo Economico del 07.05.2010 e Decreto del Dirigente del Servizio Industria
Artigianato e Energia Regione Marche N. 50/S11 del 19/11/2010.

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