PROVINCIA DI MACERATA

CIVITANOVA MARCHE
Storia e cultura

Le scoperte di insediamenti preistorici ci confermano che Civitanova e il suo comprensorio vennero abitati fin dal periodo paleolitico, anche se la città preromana (denominata probabilmente Cluana) fu fondata qualche secolo prima di Cristo. A poca distanza da Cluana, sulla collina, sorgeva il piccolo centro denominato Vicus Cluentensis (l’attuale Civitanova Marche Alta), la quale divenne rifugio anche per gli abitanti della costa durante le invasioni barbariche perpetrate dai Goti che distrussero gli insediamenti costieri dal V secolo d.C. Sorge in libero Comune nel 1075. Ben presto la vita riprese e una parte della popolazione tornò ad abitare il territorio del mare. Con l’arrivo dei Franchi si impose l’assetto feudale e sempre più frequenti furono le sottomissioni e le aggregazioni al centro demico di altura. Il territorio civitanovese fu sottoposto a vari dominî che si avvicendarono nel tempo: la Chiesa, i Da Varano da Camerino, i Malatesta da Rimini e anche i Cesarini da Roma. Sotto il dominio degli Sforza da Milano, nella metà del XV secolo, la Città Alta cambiò aspetto: venne realizzata una nuova cinta muraria e furono modificate le quattro torri a difesa delle quattro porte cittadine, mentre nella zona del Porto continuò la costruzione di una fortezza a protezione dei commerci. L’inizio del secolo XVI fu segnato da lotte interne, scorrerie, incursioni turche e soprattutto la peste che decimò la popolazione. Nel 1551 la città fu ceduta da papa Giulio III al nobile romano Giuliano Cesarini e l’anno dopo stessa sorte spettò a Montecosaro. Nel 1673 il territorio divenne “Nobile Ducato” di Cesarini-Sforza (per il matrimonio di Livia Cesarini con Federico III Sforza) e segnò un periodo di rinascita e rinnovamento urbano. Tra il ‘600 e il ‘700 vennero costruite nuove strade, le nuove mura e la città si abbellì ampliando la piazza principale. Anche il Porto, pur con il costante timore di invasioni turche, visse un periodo di grande sviluppo. Nel 1782 Civitanova contava 6057 abitanti di cui 5717 nella Città Alta, 65 a San Marone e 275 al Porto. Il 19 Febbraio 1797, con il Trattato di Tolentino, le terre in mano a Napoleone entrarono a far parte della Repubblica Francese. Dopo il dissolvimento della vecchia Marca, Civitanova divenne parte del Dipartimento del Musone. Furono questi gli ultimi anni del potere del Duca Francesco I Cesarini-Sforza che di fatto cessò nel 1808. La presenza di Napoleone e gli anni che seguirono all’Unità d’Italia, portarono vari cambiamenti nel territorio. L’industriosità della gente, la felice posizione riguardo le strade, i mezzi di comunicazione e il mare caratterizzarono e favorirono l’espandersi dei commerci, con una forte intensificazione della pesca e un notevole sviluppo economico: è del 1889 l’impianto della Fabbrica di Bottiglie del Marchese Ciccolini (chiamata la “Vetreria”), cui seguirono fornaci di mattoni e gesso, i Pastifici Cingoli (1900) e Leonfanti, la Fabbrica di Biciclette Jenis (1904), il Consorzio Agrario (1904), il Mulino detto “Americano” (1907) e l’Officina Meccanica di Adriano Cecchetti (1892 - 1994). Con gli anni crebbero le esigenze del Porto e proporzionalmente gli screzî tra le due comunità che sfociarono nel 1913 nella loro scissione: Civitanova (Alta) e Portocivitanova. E’ poi del 1938 la loro fusione nuovamente in un unico Comune denominato Civitanova Marche. Nel 1911 la Tramvia unisce la Città Alta ed il suo Porto. Conobbe i bombardamenti nel 1943 - 1944 e fu liberata dalle Truppe Polacche dell’Armata Alleata il 30 Giugno del 1944.

CIVITANOVA ALTA
Sul colle poco distante dalla costa sorge Civitanova Alta rimasta inalterata nel suo impianto medioevale. Incontriamo per prime la mura castellane del sec. XIV, con le quattro porte S. Paolo, Girone, Mercato e S. Angelo meglio conosciuta con il nome di Porta Marina con il caratteristico cipresso nato dentro la fascia merlata. Sulla piazza principale il Palazzo della Delegazione,  del 1867 su progetto dell’ing. Guglielmo Prosperi di Macerata. Al suo interno opere del pittore  Ulisse Ribustini (XIX-XX sec.) e una lapide romana del III sec. d.C. relativa al Cluentensis Vicus. Il palazzo è sede dell’Archivio Storico Comunale, della Pinacoteca d’Arte Moderna “Marco Moretti” e si può visitare una sala dove viene conservata una raccolta di armi antiche, presso la casa A. Caro. Accanto la chiesa di S. Paolo Apostolo del XVII sec., che sorge sull’antica Collegiata. All’interno un fonte battesimale del 1423, una Natività di Maria del pittore Andrea Briotti (1561) e una Crocifissione di Durante Nobili da Caldarola ( 1508- 1578). Poco distante la Chiesa di S. Agostino del XIV se. e sulla stessa via il Teatro Annibal Caro, che conserva il portale del 1480 appartenuto al palazzo Santucci, edificato nel 1872 su progetto dell’ing. Guglielmo Prosperi ed inaugurato dal famoso ballerino civitanovese Enrico Cecchetti, maestro di danza nel mondo. Poi la chiesa più antica, quella di S. Francesco  che risale al sec. XIV con un pregevole portale romanico e la torre campanaria attribuita all’artista veneto Marito Cedrini. Ancora da notare i palazzi gentilizi con ricchi portali: Palazzo Sabatucci, Palazzo Ricci, Palazzo Centofiorini e la casa del poeta Annibal Caro e quella del ballerino Enrico Cecchetti. Da vedere la storica stazione del tram (1912), in stile liberty, con decorazioni in ceramica policroma. Da visitare sia il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, che il Museo Storico del Trotto, unico nel suo genere, sia in Italia che il Europa.

PIAZZA XX SETTEMBRE
Il centro costiero sorto intorno alla Fortezza e sui resti della romana Cluana vanta il poderoso Palazzo Cesarini  Sforza, oggi sede Civica, eretto nel 1862 su una primitiva costruzione del sec. XIV. Davanti al palazzo si apre piazza XX Settembre già  Largo Scalo che cambiò nome nel 1891 per ricordare la presa di Porta Pia. Al termine della stessa i giardini pubblici e all’interno di questi la fontana che in origine abbelliva la piazza principale. Sul lato destro la chiesa di S. Pietro, progettata dall’architetto Giovanni Montini di Macerata, terminata nel 1853. Oltre i giardini le palazzine del Lido Cluana in stile liberty, così come la pescheria da poco restaurata. Palazzo Sforza si caratterizza per la sua imponenza e per lo stile architettonico tardo neoclassico, con alternanza a motivi rinascimentali. La sua costruzione avviene nel 1862 per divenire Sede Comunale nel 1920, dopo aver ospitato le maestranze di un pastificio a vapore agli inizi del Novecento. L’architettura di Palazzo Sforza risponde all’eclettismo ottocentesco essendo la rappresentazione figurativa dell’unione di stili neoclassici a quelli rinascimentali, caratterizzazione tipica riscontrata in altre costruzioni marchigiane appartenenti alla seconda metà dell’Ottocento. Infatti, sorge sull’area della storica fortezza quattrocentesca costruita vicino al mare interamente in mattoni. Nella nota redatta in occasione dei restauri, si fa un breve cenno alla tecnica costruttiva utilizzata per la realizzazione delle finte persiane semicircolari in cotto consentendone una visualizzazione delle novantotto semicolonnine, nove cornucopie a stampo sempre realizzate in terracotta, undici maschere impreziosite da un cesto di fiori in capo, dieci elementi raffiguranti un volto contornato da fogliame e per finire, venticinque capitelli che ornano il palazzo. La tecnica costruttiva di Palazzo Sforza è riassumibile nella struttura in mattoni come “ossatura” di una rappresentazione architettonica che oltre ad introdurre una distinzione tra elementi strutturali e parti rappresentate testimonia la qualità del risultato ottenuto, anche dal punto di vista della percezione e della tecnologia. In sintesi, sono osservabili due livelli di simulazione, quello del materiale e quello della struttura attraverso il duplice modo per la messa in opera dello stesso materiale. Completato dopo dieci anni di lavori, nel giugno del 1999 è stato inaugurato come Sede Comunale.

PINACOTECA COMUNALE “MARCO MORETTI”
E’ sistemata in una sede che consente di apprezzarne al massimo il fascino che le opere lì conservate promanano: infatti la casa natale di Annibal Caro torna ad ospitare le Arti e le Muse (parafrasando una lapide commemorativa a lui dedicata). E’ intitolata al figlio prematuramente scomparso nel 1948 del Maestro Luciano Moretti, instancabile e raffinato collezionista d’arte: dagli anni Trenta in poi la sua casa era un “cenacolo” di artisti di passaggio a Civitanova appositamente per lui, che spesso gli regalavano i loro lavori. La raccolta fu donata al Comune in piazza nel 1972 e per molti anni fu sistemata presso i locali della Delegazione Comunale in piazza della Libertà. Situata da due anni in corso Annibal Caro nella Città Alta, il nuovo allestimento è stato curato dal professor Stefano Papetti. Lungo la scalinata che porta al primo piano si trova, all’altezza del primo pianerottolo, una tela dipinta a tempera di artista umbro- marchigiano del primo quarto del XVI secolo ( forse Giulio Vergari) che rappresenta La Madonna del Soccorso: la Vergine bastona il diavolo e gli strappa di mano un bambino sotto gli occhi supplici della madre. Ai due lati sono due lanterne processionali di legno intagliato, dorato e laccato del XVIII secolo. Nel piano superiore ci sono altre due di queste lanterne ai lati di una coppia di statue lignee dorate che rappresentano i santi Apostoli Pietro e Paolo: sono del XVII secolo e sono intagliate da un solo blocco di legno ciascuna (provengono dall’ex chiesa di San Francesco). Nel resto dell’esposizione si parte da una rara acquaforte di Giovanni Fattori, si passa alle incisioni ed alle opere grafiche degli artisti della Scuola del Libro di Urbino e si scorrono le produzioni di artisti del calibro di Bartolini, Brindisi, Carrà, Clerici, De Chirico, Dottori, Fazzini, Greco, Giulino, Guttuso, Ligabue, Maccari, Manzù, Morandi, Peschi, Pirandello, Pizzinato, Sassu, Sironi, etc. Al civitanovese Arnoldo Ciarrocchi, unitamente alla sua prima moglie Raffaella Magliola, alla figlia Dafne ed al marchigiano d’adozione Domenico Cantatore, è interamente dedicata la sala del primo piano.

TEATRO STORICO “ANNIBAL CARO”
L’opera fu realizzata sui disegni degli ingegneri Guglielmo Prosperi prima e Francesco Burghignoli poi e terminata il 5 giugno 1872, anno della sua inaugurazione. Riaperto nel 1997, dopo un lungo restauro conservativo, ospita la stagione teatrale civitanovese. Appartiene alla tipologia dei teatri detti “all’italiana”, ben proporzionato, con la sala in comunicazione con il palcoscenico attraverso il boccascena. Un foyer rettangolare, munito di otto colonne toscane e con volta a botte e soffitto a cassettoni, fa da tramite fra il corridoio d’ingresso e la platea. La sala (di metri 12,20 per 9,60 ed un’altezza di 9,50) è a forma di ferro di cavallo: la più idonea per consentire la miglior visuale a tutti, con una platea capace di centonove posti a sedere su dieci file. Vi sono tre ordini, di cui il più alto è il loggione, con quarantuno palchi per una capacità complessiva massima dell’intero impianto di circa duecentocinquanta posti. Il palcoscenico è spazioso, maestoso è il sottopalco dove si conservano ancora tracce dell’armamentario di scena, i carretti che spostavano le quinte soprastanti ed una curiosa macchina da scena (datata sempre 1872) per imitare il rumore del tuono, consistente in un rullo di legno e lamiera con dentro dei sassi che, ruotando grazie ad una manovella, rimbombavano molto efficacemente. II sipario è l’originale, opera del pittore fermano Giovanni Nunzi e rappresenta L’Apoteosi di Annibal Caro, con il Caro stesso chiamato sul monte Parnaso da Publio Virgilio Marone e Dante Alighieri, tra Muse o Grazie, la personificazione del fiume Chienti ed altri personaggi della mitologia (Dafne e Cloe). Notevoli sono anche gli altri apparati decorativi del tempo: stucchi e pitture a grottesche, quelle di genere in stile impero ad imitazione degli antichi ed il prezioso lampadario al centro del soffitto. Da poco sono stati aggiunti quadri di artisti locali contemporanei oltre al mobilio ed agli specchi. Pregevolissimo il portale lapideo dell’ingresso del 1480 proveniente dal vicino Palazzo del nobile Nicolò Santucci: fra le decorazioni in rilievo spiccano Davide con la testa di Golia ed il Paladino Orlando che suona il suo olifante, oltre a ritratti di antichi imperatori romani e personaggi del Quattrocento.

IL MUSEO DELLE ARTI E TRADIZIONI POPOLARI
Si trova a Civitanova Marche Alta subito sotto al giardino pubblico del Pincio e vicino alla nuova Scuola Materna. E’ stato inaugurato il 13 agosto del 1992 e si può visitare su prenotazione.E’ un museo privato fondato da Pietro Pepa (“Pierino”) che dopo una ventina d’anni passati a raccogliere con acquisti e donazione gli oggetti che avevano caratterizzato la vita quotidiana della città riuscì ad aprire il Museo. Pierino, proveniente da una famiglia che dal 1840 produceva i birocci (carri agricoli) era abituato a restaurare da sé gli oggetti  che riusciva in vari modi a reperire. Attualmente occupa due piani e si articola in sedici Sezioni, che si arricchiscono in continuazione di nuovo materiale. Al piano terra si può trovare ricostruita didatticamente la bottega del fabbro, del falegname e del birocciaio; la Sezione Enologica, la cucina e la camera da letto della casa contadina della zona. Inoltre sono esposti mezzi di trasporto, aratri, giocattoli e cimeli vari. Nel seminterrato il deschetto del ciabattino, la Sezione Norcina, la Sezione di Archeologia Industriale “Cecchetti- SGI Giuseppe Manni” ed il frantoio. Si possono  ammirare un biroccio del 1924, il pregevole torchio a viti gemelle, un antico tavolo da norcino, il frantoio e gli attrezzi della fonderia della fabbrica “Cecchetti”. All’ingresso una piccola raccolta di quadri di artisti locali (Cartechini, Ciarrocchi, Baiocco, Marinozzi ed altri) ci ricorda, assieme alle fotografie, come era la vita in campagna fino a pochi decenni fa.

LUNGOMARE
Civitanova Marche nasce come piccolo borgo marinaro e conserva ancora il suo forte legame con il mare e la cultura marinara anche se da alcuni anni si è sviluppata come un importante centro industriale nel settore calzaturiero e della lavorazione dei pellami. La città presenta oggi una varietà di paesaggi e colori, un antico borgo medievale ricco di storia ed arte, una spiaggia ampia ed attrezzata, un mare pulito ed insignito più volte del prestigioso riconoscimento della Bandiera Blu, tipicità enogastronomiche, cultura e folklore affascinanti. Accanto a tutto ciò la possibilità di fare shopping negli spacci aziendali di imprese di fama internazionale. Una città in grado di soddisfare le esigenze del turista con proposte interessanti ed innovative nel rispetto delle tradizioni e della gentile ospitalità marchigiana.

IL PORTO
Civitanova Marche è una città profondamente legata al mare, sul quale si affaccia. Sin dall’epoca romana la popolazione aveva creato delle strutture portuali, all’inizio probabilmente fluviali, (data la caratteristica costa bassa e sabbiosa) ma solo nel sec.XVII si crea un insediamento stabile di pescatori. L’attività marinara, inizialmente legata alla sussistenza per le famiglie degli stessi pescatori diviene, con il passare degli anni, fattore fondamentale dell’economia locale. La vocazione marinara si realizza completamente con la costruzione del vero e proprio porto solo dopo la Seconda Guerra mondiale. Da allora il porto ha vissuto un costante sviluppo diventando centro nevralgico di molte attività. Attualmente la città è uno dei centri italiani più attivi per il mercato del pesce sia al minuto, nei locali della Pescheria, sia del mercato all’ingrosso, nei locali del Mercato Ittico. Basti considerare che vi sono circa 100 pescherecci e 44 imbarcazioni per la pesca alle vongole. Da diversi anni si è sviluppato anche un’importante porto turistico dotato di tutti i confort, compresi i servizi di manutenzione. In estate, negli 8 pontili del porto, sono ormeggiate circa 450 imbarcazioni da diporto. La passione dei civitanovesi verso il mare dà vita ogni anno ad importanti regate veliche organizzate dal Club Vela Portocivitanova.

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IDEAZIONE

Progetto realizzato dalla Rete di imprese E-ITALY a valere sul bando della Regione Marche “Bando per la promozione degli interventi a favore dei sistemi produttivi
locali, dei distretti industriali e produttivi  per il rafforzamento del sistema organizzativo e per favorire l’integrazione delle filiere produttive, delle reti di imprese e dei 
processi di aggregazione di imprese".
Attuazione della DGR Regione Marche n. 1495/2010, Art. 2 del DM  Ministero dello Sviluppo Economico del 07.05.2010 e Decreto del Dirigente del Servizio Industria
Artigianato e Energia Regione Marche N. 50/S11 del 19/11/2010.

Imprese partecipanti al contratto di rete E-ITALY:
1. IN ITALIA SOCIETA’ COOPERATIVA
2. EMMECI SOFTWARE SNC
3. PROGRESSIO ITALIA SRL
4. FI.DE.A.S. SRL
5. OPHISERVICE SOCIETA’ COOPERATIVA