PROVINCIA DI ANCONA

OSIMO

Storia e cultura
Situata su di un alto poggio che domina le vallate del Musone e dell’Aspio, a circa 20 chilometri da Ancona e 10 dalla riviera del Conero, grazie alla sua favorevole posizione geografica, Osimo può beneficiare per la maggior parte dell’anno di un clima favorevole e di una magnifica vista panoramica.La vicinanza al mare rende infatti gli inverni miti e le estati non eccessivamente afose.
Dai giardini pubblici di Via Saffi il panorama è davvero mozzafiato. Il migliore fotografo non potrebbe riuscire a chiudere in una cartolina quello che gli occhi riescono a scorgere da qui.
Dalla bellezza del litorale adriatico, dove domina il Monte Conero, fino alla maestosità degli Appennini, dal Gran Sasso fino ad arrivare a San Marino attraversando i Monti Sibillini. Osimo è situata a 265 m s.l.m.: il suo centro storico si estende su due alture, l’una detta del Gomero (dove oggi è situata la cattedrale) e l’altra di piazza Dante. L’origine dell’abitato si fa risalire al IX secolo a.C., quando i Piceni si stanziarono in zona: la loro presenza è attestata nell’area dell’attuale Mercato Coperto, dove sono stati messi in luce resti di intonaco di capanna con tracce di incannicciato e una grande quantità di ceramica di impasto grezzo, zappe in corno di cervo e altri manufatti in osso. Un altro insediamento piceno è stato rinvenuto circa a 2 km ad ovest dal colle di Osimo, lungo il versante nord-orientale dell’altura di Monte S. Pietro, affiancato dal relativo sepolcreto: è proprio quest’ultimo a restituire la maggior parte del materiale, tra cui spiccano un gruppo di fibule enee del tipo a sanguisuga e a navicella con decorazioni geometriche incise (ascrivibili al XI-VIII sec. a.C.) e due morsi di cavallo in bronzo, di cui uno, con montanti a forma di cavallino, di chiara produzione etrusca (VIII sec. a.C.). Nel IV sec. a.C. i Galli Senoni invasero il Piceno Settentrionale fino al fiume Esino, facendo delle incursioni anche lungo la vallata del fiume Musone dove sono state messe in luce due necropoli con preziosi corredi, che comprendevano manufatti in bronzo, armi, oreficeria.Con la battaglia di Sentinum (odierna Sassoferrato) del 295 a.C., i Romani sconfissero definitivamente i Galli Senoni iniziando la conquista del Piceno, che terminerà solo nel 268 a.C. con la presa di Asculum: alle città conquistate venne dato il diritto di cittadinanza “sine suffragio”. In età altomedievale, la città di Osimo continuò a rivestire grande importanza all’interno del Piceno, a tal punto che Procopio parla di Ancona come “porto” di Osimo: il suo ruolo strategico è messo in evidenza dal fatto che vi si svolsero alcuni momenti importanti della guerra detta “greco-gotica” (535-553), parte della complessa campagna militare attraverso cui l’imperatore romano d’Oriente, Giustiniano, volle riaffermare la presenza imperiale nel Mediterraneo occidentale. Agli inizi del XII sec. la città fu una della prime a diventare libero comune, acquisendo grande importanza all’interno della Marca: durante il lungo periodo di lotta tra Guelfi e Ghibellini, Osimo si trovò spesso a parteggiare per i secondi, gesto che gli costò caro visto che perse la cattedra vescovile per ben due volte. Questo indebolì molto Osimo, che andò incontro ad un lungo periodo di instabilità, durante il quale fu sottoposta al dominio di signorie straniere: i Malatesta di Rimini (1399-1430), inviati direttamente dal papa, e poi il condottiero Francesco Sforza (1433-1443), mandato da Filippo Maria Visconti, duca di Milano, per indebolire il potere papale. Nella seconda metà del XV secolo, inoltre, aumentò la tensione tra Osimo e Ancona per motivi di tipo territoriale, che scoppiò nel 1477 in un conflitto in campo aperto, vinto dagli osimani grazie all’intuizione di Boccolino da Guzzone, capitano di ventura originario della città. Restaurato il Governo Pontificio ad Osimo, il papa Innocenzo VIII decise la costruzione di una rocca per proteggere la zona dell’Episcopio e della Cattedrale, affidando il lavoro all’architetto Baccio Pontelli: la struttura ebbe vita breve, visto che pochi anni dopo la sua realizzazione si decise di demolirla, in quanto il papa Giulio II la riteneva troppo dispendiosa da mantenere. Dopo questi eventi, la città tornò definitivamente sotto lo Stato Pontificio, godendo di un lungo periodo di pace e prosperità. Durante l’occupazione napoleonica, Osimo fu sottomessa dai Francesi ed entrò a far parte del Dipartimento del Musone: poi fu restaurato il Governo Pontificio, che ebbe vita breve perché ben presto molti abitanti, guidati dal conte Francesco Fiorenzi, imbracciarono le armi per combattere per l’indipendenza dell’Italia nella famosa battaglia di Castelfidardo (18 settembre 1860).

PALAZZO COMUNALE
Il complesso è formato da tre corpi architettonici distinti, edificati in diversi periodi: l’edificio comunale vero e proprio, la torre civica e il loggiato. L’elegante edificio venne costruito tra il XVI° e il XVII° sec. su disegno dell’architetto militare Pompeo Floriano di Macerata; esso si affaccia in parte su Piazza Boccolino, area un tempo destinata al foro e al mercato medievale. Nell’atrio d’ingresso e nel cortile interno è ospitato il lapidarium, con una raccolta di statue, rilievi, frammenti architettonici di epoca romana. Particolarmente interessanti le 12 statue onorarie acefale in marmo (I sec. a.C. - II sec. d.C.), che hanno dato agli osimani l’appellativo di “senza testa”. Tra le tante ipotesi sulla decapitazione delle statue, quella più interessante vuole che il “boia” sia stato il generale milanese Giangiacomo Trivulzio, dopo aver cacciato da Osimo Boccolino di Guzzone nel 1487, dopo un lungo assedio. Non si esclude però che in alcuni casi le teste non siano mai state realizzate o che siano cadute nel corso di vicende belliche. Annessa al Palazzo del municipio si innalza la Torre Civica, edificata nel XIII sec.

IL DUOMO
Affacciato sulla omonima piazzetta, questa splendida Cattedrale è sicuramente uno degli esempi più belli di architettura romanico-gotica della Regione Marche, eretto sul punto più alto della città e dedicata a San Leopardo, il primo vescovo di Osimo nel IV secolo.  Esso rappresenta uno dei più interessanti esempi di architettura romanico-gotica delle Marche. L’edificio originario, corrispondente alla navata centrale, è dell’VIII secolo, poi modificato e ampliato nel XII-XIV secolo. Si entra dal fianco sud attraverso un protiro a tre archi. L’interno, a croce latina con tre navate, è maestoso. Sotto al transetto, nella cripta, costruita nel 1191 da Mastro Filippo, si trovano cinque sarcofagi con le reliquie dei primi martiri e dei santi vescovi osimani: quello centrale risale al IV secolo ed è riccamente decorato con scene di caccia ed episodi biblici. Adiacente al Duomo si trova il Battistero, con il pregevole Fonte Battesimale in bronzo creato dai fratelli Jacometti nella prima metà del XVII sec., e un ricco soffitto ligneo decorato dal pittore Antonio Sarti di Jesi intorno al 1629. Nel chiostro si trova il Museo Diocesano, che racchiude dipinti e sculture, paramenti sacri e reliquiari: tra gli ultimi riveste notevole importanza quello della Santa Croce del Bernini, che secondo la tradizione conterrebbe una scheggia della Croce del Signore.

SANTUARIO DI SAN GIUSEPPE DA COPERTINO
Il santuario di San Giuseppe da Copertino, sorto nel XIII secolo, ma rifatto all’interno nel settecento, è meta di continui pellegrinaggi perché qui morì nel 1663 San Giuseppe da Copertino, il santo che volava, patrono degli studenti. Nato in provincia di Lecce nel 1603, Giuseppe, pur non essendo istruito, sentendosi protetto da un’assistenza divina, superò brillantemente gli esami e fu ordinato sacerdote nel 1628. Nei momenti di estasi pare ievitasse e ciò gli procurò due processi dinanzi al Sant’Uffizio per abuso di credulità popolare, dai quali però venne assolto. patrono di Osimo e santo protettore degli studenti.Suggestiva e sicuramente unica la stanza dove sono raccolte le preghiere che gli studenti indirizzano al Santo, affinché li assista durante il loro percorso di studi. La Chiesa, costruita ad otto anni dalla morte di San Francesco d’Assisi, ha conservato solo esternamente l’austera semplicità dell’originario stile romanico-gotico, poiché l’interno fu totalmente rinnovato nella seconda metà del XVIII sec., in occasione della canonizzazione di Frate Giuseppe.

MUSEO ARCHEOLOGICO
Situato all'interno dello splendido edificio settecentesco di Palazzo Campana, il Museo Archeologico di Osimo conserva notevoli opere d'arte quali la Madonna col Bambino e Angeli, scultura del XII secolo, e l'Incoronazione della Vergine e santi (1464), polittico dei maestri veneziani Antonio e Bartolomeo Vivarini, e accoglie testimonianze della frequentazione picena, gallica e romana del territorio osimano. Di particolare interesse i reperti provenienti dal sito di Monte Torto e i corredi tombali della Necropoli di Montecerno. Tra gli oggetti esposti di particolare rilievo la bellissima "testa di vecchio" (metà del I secolo a.C.) e la stele funeraria romana dei due sposi.

BIBLIOTECA COMUNALE
Fondata nel 1667, questa antica e nobile istituzione raccoglie qualcosa come oltre 102.000 volumi, tra cui 23 incunaboli e circa 820 cinquecentine. Un patrimonio notevolissimo se poi si và ad aggiungere a quello dell’Archivio Storico Comunale, una cospicua raccolta di documenti riguardanti l’attività dell’Amministrazione civica a partire dal 1601, ivi compresi la collezione delle pergamene, il Libro Rosso, gli Statuti e i Catasti del XIV secolo, le Riformanze.

MUSEO CIVICO
Allestito all’interno di Palazzo Campana, più precisamente nell’ala orientale, in locali un tempo adibiti a granaio e forno, il Museo Civico di Osimo ospita numerose opere provenienti dalla Civica Raccolta d’Arte, dal Palazzo comunale, dalle chiese di San Filippo Neri e San Silvestro e dallo stesso Palazzo Campana: rappresentazioni sacre del Guercino, di Giovan Francesco Guerrieri, ma anche opere di artisti moderni e contemporanei di origine locale come Giovan Battista Gallo e Bruno Marsili da Osimo. Da ammirare la pregevole scultura in pietra della “Madonna col Bambino”, pezzo forte dell’intera collezione, e la magistrale resa dei dettagli delle statuine del presepio di Luigi Gaucci. Di grande interesse, la sezione archeologica del Museo, dove sono esposti una molteplicità di reperti venuti alla luce da ritrovamenti casuali nel centro storico e nel territorio.

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IDEAZIONE

Progetto realizzato dalla Rete di imprese E-ITALY a valere sul bando della Regione Marche “Bando per la promozione degli interventi a favore dei sistemi produttivi
locali, dei distretti industriali e produttivi  per il rafforzamento del sistema organizzativo e per favorire l’integrazione delle filiere produttive, delle reti di imprese e dei 
processi di aggregazione di imprese".
Attuazione della DGR Regione Marche n. 1495/2010, Art. 2 del DM  Ministero dello Sviluppo Economico del 07.05.2010 e Decreto del Dirigente del Servizio Industria
Artigianato e Energia Regione Marche N. 50/S11 del 19/11/2010.

Imprese partecipanti al contratto di rete E-ITALY:
1. IN ITALIA SOCIETA’ COOPERATIVA
2. EMMECI SOFTWARE SNC
3. PROGRESSIO ITALIA SRL
4. FI.DE.A.S. SRL
5. OPHISERVICE SOCIETA’ COOPERATIVA