PAESAGGI NATURALI E COSTIERI
IL PARCO NATURALE REGIONALE DEL MONTE CONERO
Il Monte Conero (m. 572) è un promontorio che si spinge fino al mare, regalando paesaggi, spiagge, vegetazione e fondali unici per questo tratto dell’Adriatico. Una gran parte del territorio comunale di Ancona rientra all'interno del Parco Naturale del Conero, un’oasi ambientale di 6000 ettari, con ben 18 percorsi escursionistici, caratterizzati da ampi boschi sempreverdi di macchina mediterranea, da una campagna di alto valore paesaggistico e ricca di prodotti tipici, come la lavanda, il miele, l'olio, i legumi. Peculiarità della città è il fatto che il Parco del Conero comprende anche aree prettamente urbane: tra esse la zona del Passetto (con le rupi, il parco, la spiaggia e le scogliere) e delle valli di Pietralacroce, che dal centro abitato scendono verso il ciglio delle rupi e verso il mare. L’area protetta ricade nel territorio del comune di Ancona e dei comuni limitrofi di Camerano, Numana e Sirolo. In quest'ultimo centro si trova la sede dell'Ente Parco, istituito nel 1987, ma il suo ente gestore, il Consorzio del parco naturale del Cònero, oggi "Ente Parco Naturale Regionale del Cònero", è nato solo nel 1991. Il Monte Conero è l’unico promontorio sul Mare Adriatico da Trieste al Gargano; la costa è alta e ricca di scogli, piccole spiagge e grotte, il suo versante interno è invece più dolce e digrada in sistemi collinari. E’ ricco di sentieri percorribili a piedi, bicicletta e cavallo, con alcune limitazioni nelle zone protette generalmente nella rupe lato mare. I sentieri sono segnalati da tabelloni che ne indicano il percorso ed anche il grado di difficoltà e percorribilità a piedi o in bicicletta o a cavallo. L'itinerario più conosciuto e percorso da turisti ed escursionisti è senz'altro quello detto "Traversata del Conero", che, costeggiando la rupe, sale dalla località Poggio fino all'ex monastero camaldolese per poi scendere verso Fonte d'Olio, lungo il percorso si gode una magnifica vista sul mare Adriatico, dal lato nord sulla baia di Portonovo e dal lato sud sugli scogli detti "Le due sorelle" e il "Passo del Lupo". Il sentiero delle Due Sorelle è senz'altro il più spettacolare di tutti gli itinerari del Conero. Conduce alla Spiaggia delle Due Sorelle valicando il Passo del Lupo, sempre in presenza di panorami vastissimi sul mare e sulle possenti rupi calcaree del Monte. Il percorso, nonostante conduca ad una spiaggia, presenta tutte le caratteristiche di un sentiero di montagna, con strapiombi, tratti attrezzati con cavo d'acciaio, ghiaioni, creste, valico di passi e per percorrerlo in sicurezza è quindi necessario attrezzarsi per un percorso di montagna di una certa difficoltà riservato ad esperti dal passo sicuro ed assenza di vertigine, oltre che esperienza e prudenza. Interessante è la presenza di macchie di Euforbia arborea, che a causa del microclima particolare, anziché perdere le foglie in autunno, come tutte le caducifoglie, le perde in piena estate, a causa della siccità.
Altri itinerari da segnalare sono lo stradone di Sant'Andrea, lo stradone di San Lorenzo, l'anello delle Grotte Romane e della Cava Nascosta, il sentiero dei Gigli, quello della Scalaccia. Nelle giornate particolarmente limpide dai "Piani di Raggetti" si può osservare tutta le regione, dalla catena dei Monti Sibillini nell'ascolano al Monte Catrina nel Pesarese. Affacciandosi sulla costa, nelle giornate particolarmente limpide, al di là del Mare Adriatico si possono vedere i monti della Croazia e l'Isola Lunga.
PASSETTO
Il Passetto è la più nota spiaggia rocciosa di Ancona ed anche il rione che da essa prende nome. Il rione del Passetto verso est è bagnato dal mare ed è nato negli anni sessanta, per distacco dal rione Adriatico, in seguito allo sviluppo edilizio intorno al Monumento ai caduti. Occupa le pendici di Monte Pelago e di Monte Santa Margherita. Caratteristica principale del rione è quella di essere affacciato su un tratto di costa alta; dai principali luoghi pubblici e da gran parte delle abitazioni private si può godere di un'ampia vista sul mare e sulle rupi. Il rione ha il suo centro in piazza IV Novembre, la piazza del Monumento ai Caduti, intorno alla quale sono raggruppati gli edifici più antichi, costruiti a cavallo degli anni della Seconda guerra mondiale. Le vie principali partono da questa piazza: il tratto finale di via Panoramica, via Podgora (dalla quale si distacca via Tagliamento), via Santa Margherita, via T. De Revel. In piazza IV Novembre conduce il viale della Vittoria, il cui tratto finale è compreso all'interno del rione e ne accoglie la zona commerciale. Il Viale è un lungo percorso alberato, abituale passeggiata di molti anconetani la domenica e nel tardo pomeriggio dei giorni feriali. Il monumento principale è quello ai caduti della prima guerra mondiale, costruito in bianca pietra d'Istria e circondato dalla panoramica Pineta del Passetto. Essa è il principale luogo di incontro estivo, molto frequentato e non solo dagli abitanti del rione. Dal monumento una grande scalinata conduce al mare. Entrambi sono opera dell'architetto Cirilli. Alla spiaggia si può scendere anche con un ascensore panoramico, dal quale si ha una bella vista sul mare, su monte Conero e parte della sua riviera. Questo promontorio è meta di numerosi gruppi di escursionisti a piedi e, in alcune aree, in bicicletta o a cavallo.
PORTONOVO
Portonovo è una contrada della frazione del Poggio di Ancona, facente parte della III circoscrizione e parte integrante del parco regionale del Conero. Il suo territorio è accidentato, con vallecole e collinette quasi completamente ricoperte da macchia mediterranea; è dominato dalla massiccia presenza di Monte Conero che con le sue rupi, alte in questo punto circa 400 metri, delimita l'area a sud; a nord invece Portonovo si affaccia sul mare con una bianca spiaggia sassosa con andamento sinuoso e che verso ovest si incurva a formare la baia che ha dato il nome alla località. Nella spiaggia si alternano tratti ghiaiosi e sassosi, con ciottoli calcarei bianchissimi e arrotondati, considerati una delle peculiarità della località. La presenza dei boschi direttamente a contatto con la spiaggia, unitamente ai panorami aperti verso la mole maestosa del Conero, costituiscono una grande attrattiva della zona. Gli scarsi edifici presenti, non più di una trentina disseminati nel bosco, sono "seconde case" usate perlopiù per passare le vacanze. Nella zona sorgono alberghi, vari ristoranti e numerosi bar, anche a ridosso del mare. La chiesa medievale di Santa Maria di Portonovo, la settecentesca Torre di Guardia e il Fortino Napoleonico, dalla caratteristica pianta a lanterna, eretto nel 1810, e ora divenuto Hotel di charme, sono i preziosi monumenti che, immersi nella vegetazione, testimoniano un passato ricco di storia. Portonovo in estate è molto frequentata dagli anconitani e dai turisti, che la raggiungono percorrendo l'unica e ripida strada asfaltata che si stacca dalla provinciale del Conero. La parte sud, tra la Torre di Guardia e la chiesa medievale, è una zona favorevole alla pratica di windsurf, grazie al vento quasi sempre presente. Nella zona occidentale si trova un molo artificiale, che dovrebbe essere utilizzato solo per situazioni di emergenza, e che molti bagnanti usano per tuffarsi nel mare.
I LAGHI DI PORTONOVO
Molto importanti, dal punto di vista paesaggistico ed ambientale, sono i due piccoli laghi di Portonovo: il Lago Profondo ed il Lago del Calcagno o Lago Grande. A pochissima distanza dal mare, contengono acqua salmastra, risultante della mescolanza di acqua di mare con acqua dolce. L'acqua marina entra nei laghi durante le mareggiate e passando al di sotto della spiaggia; l'acqua dolce proviene invece da sorgenti (nel Lago Grande) o da piccoli immissari temporanei (il torrente Ciriesa, che sfocia nel Lago Profondo). L'origine dei laghi è collegata alla stessa nascita di Portonovo, che si formò in seguito ad una ciclopica frana staccatasi in epoca preistorica dal sovrastante monte Conero. La superficie dei laghi di Portonovo è stata purtroppo notevolmente ridotta negli anni cinquanta quando, con un'errata concezione dello sviluppo turistico, si interrarono vaste aree umide per realizzare parcheggi e campeggi (la superficie interrata supera il 50%). La stessa Fonte di Portonovo, che alimentava con le sue acque il Lago Grande e nel passato costituiva una delle attrattive della zona, è stata negli stessi anni distrutta per far posto a strutture turistiche. Oggi il Parco del Conero ha elaborato vari piani di recupero naturalistico dei laghi, che attendono ancora attuazione. Nonostante tutto, i laghi di Portonovo ancor oggi costituiscono un habitat di notevole interesse naturalistico; per quanto riguarda la fauna si ricorda la presenza dellagallinella d'acqua, del martin pescatore, del germano reale e della folaga, mentre per la flora, si segnala la canna di palude, il falasco ed il giunco.
NUMANA
Antico porto piceno rifondato dai siracusani, dal V sec. a. C. Numana è inclusa nelle rotte ateniesi: diviene così famoso emporio e centro di smistamento delle merci greche verso l'interno e il medio adriatico. Colonia e poi municipium romano, nel medioevo decade progressivamente in seguito a terremoti e saccheggi. Nel 1532 è sotto il Governo dei Vescovi di Ancona. Si estende sulle falde meridionali del monte Conero ed è suddivisa in Numana Alta, l’antico borgo di pescatori che si affaccia su una deliziosa baia detta la Spiaggiola e Numana Bassa, con moderne attrezzature turistiche disposte su un’ampia spiaggia. Il porticciolo turistico è oggi attrezzato per la fonda ed il rimessaggio di numerose imbarcazioni da diporto. Testimonianze della civiltà picena sono conservate nel Museo Archeologico di Ancona e nell'Antiquarium di Numana, al momento aperto solo in parte. Idee simbolo della città sono la Torre, arco dalle origini ancora sconosciute, e la Costarella <http://www.conero.it/it/conero/la-costarella-numana>, vicolo popolare e caratteristico che d'estate si trasforma in un palcoscenico naturale per mostre pittoriche. Situata all'interno del Parco del Cònero, Numana si divide in una parte Alta, sul pendio della collina, e una Bassa, lungo il porto e l'arenile. Il litorale ha conseguito l'ambito riconoscimento di Bandiera Blu per pulizia e vivibilità delle sue spiagge. Ha duplice conformazione: a nord del porticciolo presenta una costa a falesia, con spiagge nascoste tra insenature; a sud, fino a Marcelli, una larga spiaggia di ghiaia fine, più facilmente accessibile. Dai girdini è possibile godere di un notevole panorama su tutto il litorale, così come dalla terrazza della torre. Alle spalle della città si aprono i campi coltivati e la boscaglia mediterranea. Il monte Cònero sullo sfondo fa da suggestiva cornice al diversificato.
SIROLO
Il paese è situato nei pressi del Monte Conero e nel medioevo era un castello che appartenne alla famiglia dei Conti Cortesi. Uno dei gioielli della costa marchigiana e di tutto il Conero, si affaccia alta sulle sue spiagge bianche, premiato con una delle undici bandiere blu nella regione. La più famosa, composta per lo più da ghiaia e ciottoli, è quella delle “Due sorelle”, chiamata così per la presenza in mare di due scogli vicini. Dispone di un borgo medievale restaurato che culmina con nell’elegante piazzetta da cui si gode una meravigliosa vista sul mare e sul Monte Conero. Sirolo confina con Numana ed il centro del paese è raggiungibile a piedi con una passeggiata di 20 minuti.
IL PARCO NATURALE REGIONALE DELLA GOLA DELLA ROSSA E DI FRASASSI
Il Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi è la più grande area protetta regionale delle Marche. Il territorio è caratterizzato da tre principali rilievi montuosi, il Monte Murano (882 m s.l.m), il Monte Revellone (841 m s.l.m) ed il Monte Valmontagnana (930 m s.l.m). Il Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi ha la sua sede operativa all'interno del complesso di Santa Lucia. Esteso per circa 9170 ettari sul versante appenninico della provincia di Ancona, il parco interessa direttamente i comuni di Serra San Quirico, Genga (con le celebri Grotte di Frasassi), Acervia e Fabriano, un territorio ancora immerso in una natura integra e rigogliosa. All'interno del parco si trova anche l'Eremo di Grottafucile suggestivamente affacciato sulla Gola della Rossa. Le emergenze geo-morfologiche e paesaggistiche più significative sono rappresentate dalle imponenti Gola della Rossa e Gola di Frasassi, scavate dal Fiume Esino nel potente spessore del calcare massiccio. Le pareti delle gole rivolte a sud sono colonizzate da specie amanti dei climi caldi quali leccio, fillirea e viburno. Le pareti sono sovrastate da un bosco termofilo a leccio al quale si mescolano terebinto, orniello, ginepro rosso ecc. La porzione nord-orientale del parco ed i rilievi sulla destra idrografica sono coperti da boschi a carpino nero in cui sono frequenti anche orniello ed acero campestre mentre nella parte centro-meridionale è comune anche il bosso. Nella vasta superficie boscata nidificano varie specie di rapaci diurni tra i quali biancone, sparviere, astore e poiana mentre nelle pareti nidificano la grande aquila reale, il falco lanario, il falco pellegrino ed il gheppio, che rappresentano solo una minima parte delle 105 specie di uccelli che nidificano nel Parco. Lungo il Fiume Esino cresce una bella vegetazione ripariale con salice bianco, pioppo bianco e pioppo nero. Negli stagni e nei fontanili si riproducono la salamandrina dagli occhiali ed il tritone crestato. L’area è frequentata regolarmente dal lupo. La permeabilità e la fratturazione delle rocce, unite alla ricchezza di acque superficiali ed alla risalita di acque sulfuree, hanno determinato la nascita di un eccezionale complesso carsico che conta oltre cento cavità. Ne fanno parte le famosissime Grotte di Frasassi ed il complesso Grotta del Fiume-Grotta Grande del Vento che, esteso per oltre 19 km, rappresenta uno dei sistemi carsici più vasti dell’Appennino centrale. Le Grotte di Frasassi si sviluppano in un reticolo di grotte, cunicoli, androni, sale a prevalente sviluppo orizzontale e a piani sovrapposti, tra loro comunicanti. La cavità maggiore, la Grotta Grande del Vento, lunga 13 Km, è stata aperta al pubblico nel 1974. La visita ha inizio dall’Abisso Ancona, che è probabilmente la grotta più vasta di tutta Europa. Si raggiungono poi diversi ambienti i cui nomi sono legati alle immagini suggerite dalle spettacolari concrezioni: sala dei Duecento, sala delle Candeline, così chiamata per le stalagmiti dal candore dell’alabastro che infiorano il pavimento, sala dell’Orsa, sala dell’Infinito, con i giganteschi, marmorei colonnati che uniscono il pavimento alla volta. Nel complesso delle grotte sono state censite ben 67 specie di animali, alcune delle quali endemiche di questo ecosistema ipogeo. Le molte grotte e cavità non sfruttate a livello turistico ospitano colonie di chirotteri (pipistrelli) tra le più importanti d’Italia e fra gli invertebrati merita una menzione la presenza di Niphargus ictus, un piccolo crostaceo troglobio che vive nelle pozze di acqua sulfurea.